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Pianta erbacea alta 15-50 cm.
Foglie basali di colore verde chiaro, da ovato-lanceolate a oblunghe, talvolta con margini ondulati; foglie superiori avvolgenti il fusto.
Infiorescenza lassa, composta da 3-12 (15) fiori. Brattee ovato-lanceolate, nettamente più lunghe dell’ovario. Sepali grandi, oblunghi, ottusi all’apice, i laterali generalmente divergenti, quello mediano eretto o riflesso all’indietro, di colore variabile dal rosa al rosso-violaceo, oppure bianchi, sempre con una venatura mediana verde. Petali generalmente molto corti, da lineari a triangolari, dilatati alla base, pubescenti, di colore roseo o verdastro. Labello trilobo, con i lobo laterali prolungati in avanti in due gibbosità coniche appuntite, villose sulla faccia esterna; lobo mediano emisferico, pubescente nella porzione apicale, bruno scuro o bruno-rossiccio con margine verde-giallastro, munito di appendice apicale generalmente triangolare, rivolta all’indietro o verso il basso; disegno variabile, costituito da un’area rossastra, lucida, ovata o semi-ovata posta alla base, contornata da fasce giallastre molto irregolari alternate a fasce violacee o brunastre; talvolta l’area giallastra più esterna si prolunga in avanti con due strisce longitudinali oppure con due macchie: nell’insieme il disegno forma grossolanamente una H, una W o una farfalla. Colonna formante un angolo retto o leggermente ottuso con il labello e terminante in un apice stretto, allungato e sigmoide. Il meccanismo di impollinazione delle orchidee del genereOphrys è basato sull’emissione di sostanze volatili (feromoni) in grado di esercitare una forte attrazione sessuale sui maschi di alcune specie di Imenotteri. Questi ultimi, ulteriormente sollecitati da stimoli tattili e visivi, nel vano tentativo di accoppiarsi con i fiori scambiati per le femmine della loro specie, asportano i pollinii che trasferiranno poi ad un altro fiore in un altro tentativo di accoppiamento. InOphrys apifera è presente un meccanismo di impollinazione supplementare: in assenza di visite da parte di insetti le caudicole che sorreggono le masse polliniche si piegano in avanti, portando il polline a diretto contatto con lo stimma sottostante, effettuando così l’autofecondazione. L’autogamia risulta particolarmente vantaggiosa in aree ed in ambienti dove gli insetti scarseggiano.